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Lezione 6 - Improvvisiamo sugli accordi di uno standard jazz


Siete pronti?!?! E' giunto il momento di improvvisare su uno standard jazz!!! 😄




Nella  lezione 5  abbiamo imparato un sacco di puntini neri che ci hanno insegnato quali sono i tasti da premere in relazione ad un accordo.

Avete fatto pratica con la  lezione 5 ? No?!?!?

Allora non leggete questa lezione e tornate alla precedente: Solo quando sarete in grado di suonare a memoria e senza pensarci le associazioni scala/accordo/arpeggio allora ha senso continuare, altrimenti troverete questa lezione difficile e inutile 😓

Detto questo...andiamo avanti!

Nella  lezione 5 siamo stati un po generici. Abbiamo detto che sui movimenti forti devono essere suonate le note dell'arpeggio:


OK! Ma tutte?...o ci sono delle preferenze?

Cosideriamo l'accordo a 4 voci. Abbiamo visto nella lezione 3 che ogni accordo viene inteso come formato almeno da 4 suoni: fondamentale, terza, quinta e settima.

  • Fondamentale e quinta: Sono  le portanti del centro tonale ma non caratterizzanti del tipo di accordo.
  • Terza e Settima: Sono le note più caratterizzanti che descrivono il modo (maggiore/minore) e la funzione armonica dell’accordo (dominante/sottodominante/tonica)

Quindi le note più importanti alla definizione di un accordo sono:
  • Prima
  • Terza 
  • Settima 
Omettendo la quinta infatti l'accordo conserva a pieno la sua funzione armonica.
Per esempio C7 che è V grado di F viene identificato in primo luogo dal do che è la fondamentale, in secondo luogo dal mi che ci dice che l'accordo è maggiore ed infine dal si bemolle che colloca definitivamente l'accordo sul V della scala di F. Se mancasse una sola di queste tre note non potremmo dire con certezza di trovarci di fronte ad un C7.

Quindi dobbiamo inventarci dei modi per far cascare una di queste 3  "TARGET NOTES" (1°, 3°, 7°), sui movimenti forti... ma senza ansie...cioè se ci casca un quinto grado non muore nessuno 😌


Come fare?


💣Mettendo insieme quanto imparato nelle precedenti lezioni più un paio di chicche nuove 😉. Ecco come fare:

  1. Grazie a Lezione 3: Usiamo gli accordi imparati in questa lezione concatenandoli in maniera da minimizzare i movimenti sulla tastiera
  2. Grazie a Lezione 5: Troviamo gli arpeggi associati agli accordi scelti
  3. Grazie a Lezione 1: Usiamo le pause per per creare ritmo nella frase e colmare la limitazione di avere solo 4 note a disposizione (gli arpeggi hanno solo la 1,3,5,7 di una scala). Sfruttiamo una pausa a inizio frase per fare in modo che sul 3° movimento ci caschi una tra la 1°,3°,7° dell'arpeggio (target notes)
  4. Grazie a Lezione 2: Colleghiamo le note dell'arpeggio che sono sulla stessa corda con le passing tones e usiamo le approach note sulle note di un arpeggio. Anche in questo caso lo scopo è di riempire la battuta di note per far cascare le nostre "target notes" sui movimenti forti.
  5. Ecco le chicche: Per avere ulteriori note rispetto a quelle dell'arpeggio si possono usare due tecniche:
  • Mordente: Aggiunge tanto "swing" alla frase 😎. Il mordente è la rapida esecuzione della nota reale con la sua nota inferiore o superiore. Nell'esempio sotto nel primo rettangolo rosso stiamo abbellendo il FA e nel secondo caso stiamo abbellendo il SOL:


  •  Enclosure: Ossia circondate una nota dell'arpeggio con altre note. L'obiettivo è sempre ritardarne l'arrivo per farla cascare sui movimenti forti. Ci sono innumerevoli modi per farlo. Il più semplice è circondare una "target note" con due note  un semitono sopra e sotto o viceversa. Nella figura seguente viene riportato un esempio in cui il MI è circondato da sopra e sotto con il FA e RE# o da sotto e sopra con il RE# e FA:

Se volete approfondimenti sulle Enclosure la bibbia è "How to play bebop Vol.1" di David Baker


Fatte queste premesse proviamo ad applicare questi concetti allo studio di uno standard jazz come "All The Things You Are”:





Ecco la struttura armonica:
accordi "all the things you are"

Come abbiamo detto al punto 1 e 2  la prima cosa da fare è trovare l'associazione accordi/arpeggi che minimizza i movimenti sulla tastiera. Usiamo la figura 4 di lezione 5   e otteniamo:


Figura 3

Fatto questo, procediamo come detto nei punti 3,4,5:
  • usiamo pause e mordenti per dare swing, 
  • pause, passing tones, approach notes ed enclosure per ritardare le "target notes" (principalmente la 3° e la 7°) in maniera da farle cascare sui movimenti forti (I e III del 4/4). Notate che in parallelo aggiungeremo anche cromatismi al fraseggio...che fa tanto "jazz" 😎
Ecco un esempio video con sotto il commento:



improvvisare su all the things you are chitarra jazz


Avete visto?!?!?....tutto lo studio delle prime 5 lezioni non era fine a se stesso...ma ci serviva per arrivare a eseguire i primi assoli ( neanche tanto banali ) su uno standard jazz vero e proprio!!!! 😉

Spero siate contenti.
Mi rendo conto che questa lezione è complicata. Scrivete nei commenti i vostri dubbi o suggerimenti affinche possa diventare più chiara e utile.


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